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logo delle celebrazioni 100 anni dalla nascita di Luigi Meneghello
© Associazione Culturale Luigi Meneghello
Luigi Meneghello a Campogrosso davanti alla lapide di Toni Giuriolo, 2005
© Comune di Malo (VI), foto di Adriano e Lisa Marchesini
Pagine dal diario di Luigi Meneghello bambino
© foto di Centro Manoscritti di Pavia Copyright Fondazione Maria Corti
Una delle scrivanie di Luigi Meneghello; casa di Via Nino Bixio – Thiene
© Comune di Malo (VI), foto di Adriano e Lisa Marchesini
Il dialetto, in questo caso il dialetto di Malo, è dunque nel fuoco dell’attenzione. Ma sarebbe più esatto dire che esso è il nucleo da cui tutto il resto è prodotto, anche i ricordi. Rimanendo nell’ambito delle comunicazioni comunicative, dal linguaggio si dipartono vari ordini di osservazioni. Sui prodotti poetici di stampo popolare (canzoni, conte, nursery rhymes, improvvisazioni infantili). Sul folclore locale, comprese le credenze e le leggende familiari o paesane. Sulla situazione antropologica e sociologica. Il linguaggio costituisce insomma in Meneghello una rete che collega tutti gli aspetti della società.
Da Libera nos a malo" L'ora del dialetto di Cesare Segre in Lugi Meneghello, Libera nos a Malo, Milano BUR, 2007
Note biografiche dell’autore:
“Sono nato e cresciuto a Malo, nel Vicentino e lì ho imparato alcune cose interessanti. Ho fatto studi assurdamente brillanti ma inutili e in parte nocivi a Vicenza e a Padova; sono stato esposto da ragazzo agli effetti dell’educazione fascista, e poi rieducato alla meglio durante la guerra civile, sotto le piccole ali del partito d’Azione. Mi sono espatriato nel 1947-48, e mi sono ristabilito in Inghilterra con mia moglie Katia. Non abbiamo figli.”
“L’incontro con la cultura degli inglesi e lo shock della loro lingua hanno avuto per me un’importanza determinante. Sono tuttavia certamente un italiano, e non ho alcun problema di identità, né mi sono mai sentito per questo aspetto in esilio.”
“Io volevo soprattutto imparare, nella vita, invece mi sono trovato a insegnare. Ho insegnato letteratura italiana all’università di Reading nella valle del Tamigi. Ho continuato inoltre a studiare e scrivere, confondendo un po’ i due processi; e ho poi lasciato l’insegnamento, nel 1980, per confonderli con più comodo. Ho pubblicato dei libri nei quali, come in tutto ciò che studio e scrivo, cerco di giustificarmi la natura delle cose, se c’è.” (Il dispatrio, Rizzoli 1993)
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Ultimo aggiornamento: 28-12-2023