Chiesa Arcipretale di Santo Stefano, Primo Martire - Castelmassa RO

Altare maggiore 1695 Giovanni Battista Ranghieri (1646-1718) marmi vari cm 595 x 396 x 288
© Diocesi di Adria - Rovigo

Altare della Madonna del Rosario sec. XVIII seconda metà ambito veneto-emiliano marmi vari cm 740 x 500 x 400
© Diocesi di Adria - Rovigo

Dipinto Gloria di Santo Stefano Protomartire sec. XVIII seconda metà scuola emiliana olio su tela cm 240 x 190 formato rettangolare
© Diocesi di Adria - Rovigo

Dipinto Madonna con Bambino, San Giorgio e Santo Vescovo sec. XVIII seconda metà Giambettino Cignaroli (1706-1770) olio su tela cm 242 x 164 formato rettangolare
© Diocesi di Adria - Rovigo

Dipinto Madonna con Bambino, San Vincenzo Ferrer e San Filippo Neri 1753 ca. scuola veneta olio su tela cm 235 x 160 formato rettangolare
© Diocesi di Adria - Rovigo
A Castelmassa (Massa Superiore), sulla bella piazza della Libertà, rivolta verso il Po, si affaccia ancor oggi la chiesa di S. Stefano Protomartire.
Tale titolo lo troviamo per la prima volta citato nelle Rationes decimarum di Ferrara nell'anno 1300, ma sappiamo da fonti certe della presenza a Massa, già nel 938, di una Pieve detta di S. Maria in Basilice.
A metà del '400 (1449) mons. Francesco Dal Legname, durante la sua visita pastorale, lamentò le precarie condizioni di stabilità della chiesa e del campanile e ne raccomandò la demolizione. Il nuovo edificio viene descritto verso la fine del XVI secolo (10 agosto 1582, consacrazione della chiesa) con un'unica navata, l'altare maggiore, il coro, due altari laterali e il battistero.
L'aumentata popolazione e i notevoli miglioramenti economici, apportati dalle varie bonifiche succedutesi nel tempo, spinsero le unanimi volontà, prima del parroco Matteo Roghi, che aggiunse all'edificio la navata di sinistra e il coro (1651), e poi quella del suo successore don Alfonso Ghiro, uomo colto ed avveduto, che resse la parrocchia per ben cinquantatre anni, a dare mandato all'architetto ferrarese Giobatta Barbieri di progettare e costruire la chiesa attuale (1673) ed accanto l'imponente campanile e la canonica.
Una nuova immagine assunse la facciata originaria di stile barocco dopo l'intervento dell'arch. Brenno Del Giudice (secondo decennio del secolo scorso), ora si presenta con un elegante loggiato che si sviluppa su due ordini di colonne e pilastrini ad archetti sovrapposti.
La chiesa è divisa in tre navate con arcate a tutto sesto e sostenute da pilastri, con otto altari, il maggiore, inquadrato tra le colonne dell'arco trionfale, fu eretto nel 1695 dal veronese Giovanni Battista Ranghieri (1646-1718), mentre quello monumentale in marmi policromi, dedicato alla Madonna del Rosario, è della seconda metà del XVIII secolo.
Va visitata la sacrestia per i suoi arredi in legno di noce di artigianato veneto del '700 e il coro per il suo pregio.
Nella chiesa si conservano alcune tele settecentesche degne di nota: nell'abside la Gloria di Santo Stefano Protomartire di scuola emiliana; in controfacciata la Madonna con Bambino, San Vincenzo Ferrer e San Filippo Neri di scuola veneta e la Madonna con Bambino, San Giorgio e Santo Vescovo di Giambettino Cignaroli (1706-1770). Un ricordo ed un richiamo al patrono San Bellino lo troviamo dipinto a tempera da Anselmo Baldissara (sec. XX, primo quarto) sul soffitto della navata centrale.