Nel segno di Marco Polo a 700 anni dalla morte

Ricorre quest’anno un anniversario importante: la scomparsa, nel gennaio dell’anno 1324, di Marco Polo, veneziano di grande fama, le cui vicende avventurose, poi narrate in un testo altrettanto famoso, “Il Milione”, conquistarono l’attenzione dei suoi contemporanei e ne tramandarono il ricordo nei secoli a venire, giunto fino a noi.
Per i 700 anni dalla morte di Marco Polo, il Comune di Venezia ha avviato le celebrazioni ufficiali che si protrarranno per oltre un anno, coordinando nel contempo un palinsesto di iniziative promosse da soggetti pubblici e privati che operano nel settore culturale. All’interno del programma ufficiale di MarcoPolo700 si inserisce anche il primo ciclo di incontri che l’Ateneo Veneto vuole dedicare al grande viaggiatore.
Con la mediazione di alcuni specialisti che, attraverso i loro studi, hanno avuto modo di indagare e portare nuova luce su quel personaggio e su quella Venezia di primo Trecento, il ciclo “Nel segno di Marco Polo: Venezia 1324-2024”, curato da Alessandra Schiavon, intende proporre una rinnovata lettura del contesto in cui la figura di Marco Polo era inserita, non solo dal punto di vista biografico e familiare.
Saranno analizzati infatti l’ambito geografico e quello linguistico, così come gli aspetti legati all’economia e alla vita quotidiana e alle pratiche mercantili di una città/stato che sempre di più guarda all’universo-mondo compreso entro il bacino del Mediterraneo orientale, e che dall’incontro con popoli diversi e diverse civiltà saprà trarre forza e ricchezza.
In quella Venezia cosmopolita maturarono, per Nicolò, Matteo e Marco Polo, le condizioni per affrontare la grande avventura dei viaggi fino alle sterminate terre del Gran Khan; a quella Venezia faranno poi ritorno, consegnando all’Europa intera tesori inestimabili, manufatti straordinari, racconti favolosi.
Tutti gli incontri sono a ingresso libero e senza prenotazione

 

PROGRAMMA

 

Giovedì 18 gennaio - h. 17.00- 18.30

L’immagine del mondo al tempo di Marco Polo

Saluto di Antonella Magaraggia, Presidente Ateneo Veneto

Piero Falchetta, già Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia

            Mappamondi e mappe dal Medioevo al Rinascimento

           

Camillo Tonini, già Musei Civici di Venezia

Marco Polo: da autorità geografica a mito letterario del viaggiatore

 

Saluto di Antonella Magaraggia, Presidente Ateneo Veneto

– Mappamondi e mappe dal Medioevo al Rinascimento
Relatore Piero Falchetta, già conservatore delle raccolte cartografiche della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia

A 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, il ciclo di incontri che l’Ateneo Veneto propone vuole indagare e portare nuova luce sul celeberrimo personaggio e sulla Venezia del primo Trecento.
Si inizia analizzando quanto e come il viaggio di Marco Polo e il libro “Il Milione” contribuirono a una maggiore comprensione del mondo asiatico, e in quale modo le nuove conoscenze apportate  e divulgate dal viaggiatore veneziano furono trasferite nelle mappe dei cartografi. Attraverso la presentazione di alcune celebri carte composte nel mondo latino tra Medioevo e Rinascimento, sarà illustrata la lunga e fruttuosa eredità del testo poliano nella civiltà europea.

– Marco Polo: da autorità geografica a mito letterario del viaggiatore
Relatore Camillo Tonini, già responsabile di Palazzo Ducale, Fondazione Musei Civici di Venezia

Se la figura di Marco Polo per molto tempo è stata considerata e percepita come una indiscutibile autorità geografica, a partire dal Seicento questa fiducia nella sua attendibilità scientifica viene un poco alla volta a diminuire, anche perché offuscata dalla grande stagione dei viaggi e delle scoperte geografiche da parte dei paesi europei affacciati sull’Atlantico. La fama di Marco Polo però venne rialimentata da una crescente attenzione per la figura del viaggiatore che egli impersonava, esperto nelle relazioni umane e nei commerci, riabilitata specialmente durante l’Ottocento nella riproposizione del mito di Venezia e ancora studiata nei suoi risvolti storici e letterari durante il Novecento e ancora nel secolo presente.

          

 

Giovedì 1 febbraio - h. 17.00- 18.30

Merci, moda e mercati nella Venezia di Marco Polo

 

Luca Molà, Università di Warwick

Commerciare e investire nella Venezia di Marco Polo

 

Paola Venturelli, Università di Verona

«Vestìti dal Gran Khan… ricche cose di grande valore». Marco Polo e l’abbigliamento

 

 

Giovedì 22 febbraio - h. 17.00- 18.30

Un progetto internazionale: l’edizione dei documenti relativi a Marco Polo

 

Andrea Nanetti, Nanyang Technological University di Singapore

Presentazione del Codice Diplomatico Poliano

 

 

Giovedì 14 marzo - h. 17.00- 18.30

L’eredità di Marco Polo tra sentenze e tribunali

 

Alessandra Schiavon, già Archivio di Stato di Venezia

            Venezia, 13 luglio 1366: Fantina Polo chiede giustizia       

                                              

Vittorio Formentin, Università di Udine

            L’inventario dei beni mobili di Marco Polo come documento linguistico

 

 


Dettagli

Data / Ora

Location

Ateneo Veneto

Indirizzo

S. Marco 1876

Comune

Venezia

Provincia

VE

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Musei

ATENEO VENETO

Proprio a fianco del teatro La Fenice, in campo di S. Fantin, vicino a S. Marco, ha sede l’Ateneo Veneto. L’istituto di cultura fuse, riunendole in un unico luogo, secondo il piano di riforma decretato da Napoleone nel 1810, le associazioni culturali preesistenti nel territorio. L’11 gennaio 1812 il nuovo Ateneo si riunì per la prima volta nel complesso dell’antica Scuola di San Girolamo o dei Picai, quando finalmente fu trovato un accordo tra le tre associazioni che lo avrebbero composto. Il medico Francesco Aglietti, ideatore alla fine del Settecento della Società di medicina e primo segretario dell’Ateneo Veneto, dopo che la sede della scuola dei picai era rimasta deserta per la soppressione delle antiche corporazioni e confraternite religiose, era riuscito a ottenere per le riunioni della sua società dal Governo francese il monumentale edificio. Opera, nella sua ultima veste, di Alessandro Vittoria, architetto presente a Venezia alla fine del Cinquecento. All’interno rimasero in parte i dipinti di scuola veneta (Palma il Giovane, J. Tintoretto, Veronese, A. Zanchi,  F. Fontebasso) ideati per la scuola, e furono aggiunte, prima dai Medici, e poi dall’Ateneo stesso altre opere d’arte. Aglietti, personalmente, si preoccupò di recuperare dalla dispersione i busti marmorei di scienziati e medici presenti nelle varie corporazioni religiose soppresse da Napoleone e non solo. Ebbe inizio così l’attenzione per gli eventi culturali, declinati nelle varie parti della vasta gamma del sapere, che impronta l’attività medesima dell’Ateneo Veneto.    (...)