Ad un primo nucleo di proprietà dei Musei Civici, catalogato nel 1988, dove sono presenti, tra le altre, opere di Dall'Oca Bianca, De Chirico, De Pisis, Martini, Murer, che avrebbero dovuto dar vita ad un progetto di museo d'arte contemporanea autonomo, si aggiunse il provvidenziale lascito di Neri Pozza, artista e collezionista, costituito da sculture e incisioni di mano dello stesso artista e dal dono della sua collezione d'arte contemporanea intitolata a suo nome e a quello della moglie Lea Quaretti. Le opere facenti parte della collezione furono acquistate per sé e per Lea a partire dalla fine degli anni Cinquanta. Attento al panorama internazionale, nazionale e locale, Neri Pozza seppe scegliere con gusto, varietà ed autenticità. Egli conosceva e frequentava da amico e spesso da committente gli artisti dei quali intendeva raccogliere le opere, partecipava dei loro problemi umani ed artistici ed aveva il gusto e l'ambizione delle grandi opere degne di un museo; amava soprattutto guardare ai giovani e scoprirne il talento, spesso prima di molti addetti ai lavori. Per Neri Pozza il collezionismo era una passione grande e segreta, una ricerca che faceva per sé e di sé attraverso le opere dei suoi contemporanei, ma era anche forse un progetto che andava oltre la sua stessa vita e investiva la città tanto amata e il suo museo, che oggi grazie anche a Neri Pozza può vantare il possesso di opere come Natura morta del 1922 di Pio Semeghini, Natura morta con tarocchi del 1926 di De Pisis, Nudo di donna grande del 1930 di Virgilio Guidi, Fiori e ventaglio di Mario Mafai o Cavallini del 1948 di Zoran Music e ancora capolavori di Licini, Vedova o Tancredi.
Bibliografia:
Il lascito di Neri Pozza per un museo d'arte contemporanea a Vicenza, catalogo della mostra, a cura di G. Mazzariol, F. Rigon, Milano, Electa, 1989;
Neri Pozza e il lascito Pozza-Quaretti. Opere esposte presso il Museo Civico, Vicenza, 1994;
Lascito Pozza-Quaretti. Omaggio a Neri Pozza scultore, catalogo della mostra, a cura di M.E. Avagnina, G. Menato, s.l., s.e., 2002.
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