Villa Pisani detta Nazionale - Stra VE
Si tratta senza dubbio di uno degli esiti più magnificenti del lungo percorso di evoluzione architettonica della dimora di villa veneta, e a tutt’oggi il complesso, divenuto Museo Nazionale, è in assoluto fra i luoghi della cultura che attirano il maggior numero di visitatori in tutto il territorio regionale.
Nella tenuta, da tempo in possesso dei Pisani, agli inizi del Settecento i due fratelli Almorò e Alvise - quest’ultimo destinato a essere eletto doge nel 1735, primo e unico esponente del casato a ricoprire la massima carica della Repubblica - chiamarono, in due diversi momenti, architetti come Girolamo Frigimelica e Francesco Maria Preti, a progettare uno straordinario contesto monumentale. Dell’originario disegno concepito dal Frigimelica rimangono l’elegante fabbrica delle scuderie, i portali lungo il muro di cinta e il labirinto nel giardino. Il palazzo residenziale reca invece la firma del Preti, riprendendo e sviluppando in un registro enfatico e magniloquente caratteri e spunti della tradizione precedente, da Palladio a Scamozzi. Nei primi anni sessanta del Settecento, il pittore Gian Battista Tiepolo, insieme al figlio Gian Domenico, affrescarono il soffitto del grande salone da ballo del piano nobile con l’Apoteosi della famiglia Pisani. Venduta nel 1807 a Napoleone Bonaparte, la villa entrò nel demanio imperiale francese, e divenne residenza del principe Eugenio di Beauharnais, figlio di Giuseppina; in seguito, sotto gli Asburgo, fu destinata all’uso da parte del viceré, per poi giungere in proprietà dello Stato italiano, dal 1866.