Il manoscritto 3556 della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza contiene vari testi alchemici latini e un Opuscolo per comporre il lapis filosofico dedicato solamente alli sapienti, in volgare, attribuito ad un non meglio identificato Alessandro forse perché Alessandria era considerata la patria per eccellenza dell’alchimia. L’utilizzo della lingua italiana e la data che vi compare, 1644, lo rendono particolarmente importante e prova che all’epoca nella penisola si producevano e circolavano testi in materia. Sappiamo che opere simili ebbero grande diffusione in Occidente fra Cinquecento e Seicento, ma oggi ne restano pochi esempi perché proibiti dall’inquisizione e perciò soggetti a distruzione. Quelli attualmente identificati nelle biblioteche italiane sono circa duecento.