Ciaspolata alle Cinque Torri di Cortina

Ciaspolando tra le Dolomiti Bellunesi in compagnia delle Guide Alpine Tre Cime accompagnatore Alex Pivirotto (guida alpina) e secondo accompagnatore Giuliano Baracco (accompagnatore media montagna)
Le meraviglie delle Cinque Torri. Partenza dal parcheggio degli impianti di risalita delle Cinque Torri a Cortina d'Ampezzo, località Bai de Dones per traccia a quota 1890 metri, su salita mai impegnativa, ci inoltriamo nel bosco di conifere bellissimo. Giungiamo al rifugio Cinque Torri a quota 2137 metri, chiuso nella stagione invernale.Ci inoltriamo nella parte nord delle note e famosissime Cinque Torri, per il Canyon, unica asperità di giornata ma ne vale la pena, sempre con il supporto della guida.Giungeremo al rifugio Scoiattoli a quota 2255 metri, struttura sempre aperta per l’arrivo degli impianti sciistici Cortinesi. Bellissima vista panoramica sul monte Averau e Nuvolau e tutte le cime più importanti delle Dolomiti, tra cui le Tofane.
Possibilità di utilizzare gli impianti di risalita per e dal Rifugio Scoiattoli
Dislivello: 400 metri circa Difficoltà: medio-facile Tempo di percorrenza: 3 ore

Info e prenotazioni al nr. 043567021 oppure dolomiti@valcomelico.it



Dettagli

Data / Ora

Location

Cortina d'Ampezzo

Indirizzo

Largo Calvi, 4

Comune

Comelico Superiore

Provincia

BL

Museo correlato

MUSEO DELLA CULTURA ALPINA E LADINA DEL COMELICO
Musei

MUSEO DELLA CULTURA ALPINA E LADINA DEL COMELICO

Il Museo della Cultura Alpina e Ladina del Comelico è un museo etnografico aperto al pubblico nel 1990 ma fondato nel 1982 per volontà della Regola di Padola. Quest’ultima ha voluto destinare circa 500mq delle ex Scuole elementari “Don Bosco” per l’esposizione di tutti gli oggetti che un tempo facevano parte del quotidiano delle genti della nostra valle. Ancora oggi l’obbiettivo di ricordare e ricreare il mondo di un tempo non è cambiato e, nonostante il recente riallestimento, il museo si presenta come una tra le più importanti esposizioni permanenti di tutta la Val Comelico proprio grazie al suo intento di preservare e tutelare non solo le tradizioni, ma anche l’originalità culturale. Il percorso espositivo annovera più di 4.000 oggetti suddivisi in sezioni tematiche. Sono presenti diversi attrezzi dei lavori più comuni (boscaiolo, falegname, muratore, contadino, sarta, casaro, stagnino ecc.), una riproduzione delle stanze principali della casa di un tempo (stuä, larin, camera da letto) e delle attività ad essa correlate (bottega e chiesa), per non parlare delle miniature di Alberto De Bettin e Gilberto De Martin Pinter che ci riportano, in scala, all'epoca dei nostri véci. Inoltre una stanza è dedicata ai carri che venivano utilizzati per lavoro, per diletto o addirittura per spegnere gli incendi. Infine un’ampia sala è dedicata alla Grande Guerra in Comelico. Questa è stata realizzata in collaborazione con l'Associazione I Mascaroni e vi si possono trovare molti reperti bellici recuperati esclusivamente in valle, alcune ricostruzioni della vita in trincea e i resti del caduto Carlo Cosi, fino a poco tempo fa conosciuto come il soldato ignoto del Popera. L’opera principale del museo, però, resta il grande e affascinante affresco dell’artista cadorino Vico Calabrò, situato al centro del museo. Commissionato dagli Amici di Pio Topran D’Agata, l’affresco fu inaugurato e svelato il 9 agosto 1981 e grazie a questa rappresentazione, mirabile sintesi iconografica degli usi e costumi della nostra comunità, la Regola di Padola decise di istituire il museo al fine di promuovere l’interesse e il recupero delle testimonianze e degli antichi usi delle genti alpine locali. In un mondo che velocemente avanza e spesso travolge inesorabilmente le realtà piccole come la nostra, lasciare testimonianza di un passato diverso, ma comunque oggetto di costruzione dell'identità popolare del Comelico, è fondamentale. (...)