fiaba; letteratura orale non formalizzata; Mòstreme la sata bianca; informatrice;

Beni Etnoantropologici Immateriali

Descrizione

“Una volta c’era una mamma col suo capretto e vivevano in una piccola stalla. Un giorno la mamma deve uscire e si raccomanda con il figlio di non aprire la porta di casa a nessuno, nemmeno a chi dovesse dire che è la mamma a bussare, casomai può cantare così “Mostrème la sata bianca sa si’ mi mama ve ver’sarò! Sa si’ el lupo ve lassarò”. Il capretto rassicura la madre, la quale se ne va tranquilla. Il lupo sempre in agguato va alla porta della stalla e bussa imitando la voce della mamma capra. Allora il capretto intona la canzoncina, il lupo che aveva la zampa nera dovette allontanarsi. Lì vicino c’erano dei muratori che lavoravano e vedendo un secchio con la calce, il lupo vi intinge la zampa, ritorna dal capretto gli mostra la zampa “bianca”. Il capretto apre la porta, il lupo con un boccone lo mangia, quindi esce dalla stalla con la pancia gonfia. Gli operai quando lo vedono capiscono l’accaduto, afferrano il lupo, gli tagliano la pancia e fanno uscire il capretto e tutto finisce bene. Il capretto con questa esperienza imparò a farsi più furbo.”

Dettagli

Denominazione archivio

A.E.P.R.O. Associazione Minelliana

Denominazione

fiaba

Altra occasione

testimonianza raccolta su richiesta

Verbale

Voce/i femminile/i 1

Musica vocale

Voce/i femminile/i 1

Link scheda estesa

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