fiaba; letteratura orale non formalizzata; Barba Sucòn Suchèla ; informatrice;

Beni Etnoantropologici Immateriali

Descrizione

In una casetta vivono una madre con la figlia. Nel periodo del carnevale la bambina chiede alla madre di prepararle delle frittelle; la mamma risponde di sì però non avendo la padella sono costrette a chiederla in prestito a un vecchio zio, Sucòn Suchèla, che abita nel bosco. La bambina si reca nel bosco per chiedere la padella in prestito allo zio, il quale gliela dà a condizione che poi gli portino delle frittelle. Una volta a casa madre e figlia preparano le frittelle, ma tra un continuo “Frisi e magna! E frisi e magna! E frisi e magna!” restano solo tre frittelle per il Barba Sucòn. Allora la mamma e la bambina vanno nella stalla, percuotono l’asina che fa tre belle caccarelle che raccolgono, cospargono di zucchero a velo e mettono a friggere nella padella. Quando la bambina porta le frittelle a Barba Sucòn Suchèla questi si accorge che qualcosa non va, quindi promette alla bambina che quella stessa notte sarebbe andato a mangiarla. Giunta la notte mamma e figlia si chiudono in casa; resta però aperto il camino. La mamma a quel punto ha un’idea: costruisce una bambola di pezza piena di aghi e spilli e la mette nel lettino della figlia. Le due donne sentono per le scale il Barba Sucòn Suchèla, e si nascondono sotto le coperte del letto matrimoniale. Quando il Barba è vicino al lettino della bambina urla “Son qua ca te magno!” e si mangia la bambola di spilli, si buca tutte le budella e muore. La mamma e la bambina da allora vissero in pace.

Dettagli

Denominazione archivio

A.E.P.R.O. Associazione Minelliana

Denominazione

fiaba

Altra occasione

testimonianza raccolta su richiesta

Verbale

Voce/i femminile/i 1

Link scheda estesa

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