fiaba; letteratura orale non formalizzata; I ventiquatro assassìn ; informatrice;
Beni Etnoantropologici Immateriali
Descrizione
In una città vivevano ventiquattro assassini. Un giorno derubarono un uomo, che siccome non voleva seguirli, venne ucciso e tagliato a pezzi e portato nel nascondiglio. Il portone di questo covo si apriva con una formula magica, e là dentro gli assassini tagliavano a pezzi uomini, bambini e tutto ciò che rubavano. Un giorno un assassino volle far ricucire da un calzolaio un uomo, però lartigiano si rifiutò, il ladro lo minacciò dicendogli che se ne sarebbe pentito. Alla sera si udì passare la banda degli assassini e il calzolaio, che era sul chi vive, si accorse che sulla porta di casa sua avevano disegnato una croce bianca. Di conseguenza il calzolaio disegnò una croce su tutte le altre porte, così la mattina seguente, quando gli assassini si recarono da lui per portarlo via, restarono confusi. La sera seguente i ladri tornarono e disegnarono due croci sulluscio del calzolaio. Questultimo li seguì di nascosto e sentì le parole magiche che servivano ad aprire il portone, le ripeté ed entrò. Vide cosa essi nascondevano lì, poi, finita la perlustrazione uscì e tornò a casa. Quando sentì la fanfara degli assassini che si stavano avvicinando andò dai Carabinieri e raccontò tutto. Allertati i Carabinieri catturarono i ventiquattro assassini e messi in piazza li ammazzarono tutti. Così la città fu liberata dal flagello grazie al calzolaio.