decorazioni ad intaglio della gondola; tecniche; intagliatore; titolare dello squero di Dorsoduro ;
Beni Etnoantropologici Immateriali
Descrizione
Antonio Peroni artigiano del veronese è entrato per caso in contatto con il mondo della gondola negli anni Novanta. Un gondoliere cercava delle sedute di legno intagliato (per la gondola) per un matrimonio e si è recato dalla parti di Bovolone, Cerea, nel distretto del mobile classico e intarsiato. Qui aveva un contatto con un vecchio intagliatore che aveva smesso lattività ed Antonio ha preso il suo posto. Ora sta intagliando il #fiubon# (ognuna delle due tavole di mogano unite a spigolo che rivestono le estremità a poppa e a prua), sinistro di prua. Come al solito i soggetti sono stati concordati con il gondoliere che in questo caso ha voluto fare un omaggio alla sua famiglia rappresentando la moglie con i tre figli e il padre. I fiori stessi del decoro, le calle, sono i preferiti della moglie che li ha scelti anche per la cerimonia del matrimonio. Si tratta di una scelta atipica infatti non si usa rappresentare la moglie, perché si dice che porti sfortuna e i gondolieri preferiscono circoscrivere le scritte o i riferimenti alla consorte sulle parti removibili dellimbarcazione, come la #portea#. Questo per una questione pratica, oltre che scaramantica: se si rompe la parte o cambia la compagna, la parte in legno si può facilmente sostituire. «Dicono sempre che se vuoi fare qualcosa fallo sulla portella, perché la portella si toglie, non amano tanto iscrizioni che riguardano la moglie sulla gondola».
La decorazione ad intaglio di una gondola richiede circa due mesi di lavoro: uno in squero e uno in laboratorio a Cerea per le parti piccole, gli addobbi, i #pusioi# (i due poggia gomito ai fianchi del divanetto), i cordoni. Per Antonio Peroni intagliare mobili non è molto diverso dallintagliare gondole, anche se il mobile è più codificato, mentre nella gondola cè più spazio per la creatività. Inoltre, cè la soddisfazione di lavorare a Venezia su barche che sono dei capolavori di cantieristica. Nel caso della prima gondola su cui è intervenuto, il cliente gli ha portato il #fiubon# di una gondola dei primi del Novecento, chiedendogli di rifarlo uguale: Cera un cavallo marino con una sirena sopra, un fiorito qua, un putto là...un significato un po marino, ma molto bella. Generalmente nella scelta del tipo di decorazioni non vengono apprezzate le innovazioni. Per esempio a Roberto Tramontin piacerebbe linserimento di elementi in vetro, ma i gondolieri non ci sentono, #no i se riscia#. Eppure il vetro si sposerebbe perfettamente con Venezia, vista la tradizione di Murano: «#Te fa qua un bel stema [?] te fa far un sogeto, anche na moeca (leone #in moeca# rappresentato con le ali spiegate a ventaglio che lo rendono simile a una moeca cioè granchio in periodo di muta)in vetro trasparente con un po de oro, el sfondo se ghe fa un coor par far risaltar...[...] anca sua portea#.
Antonio accenna alla sua esperienza di artigiano del legno che ha iniziato a lavorare in bottega ancora prima di seguire una scuola specifica e si è formato soprattutto confrontandosi, tramite lattività di restauro,con le tecniche antiche: poi ho fatto tre anni di scuola di ebanisteria, di sera, di domenica...e tanta passione. Avevo diversi clienti come restauratori, qualche antiquario [?]. Non cè altra scuola meglio del restauro. [?]ci vogliono sempre sette, otto anni per avere un po di dimestichezza con i ferri. Ci vuole il mestiere, la passione e capire che cosa si sta facendo, sapere gli stili, perché adesso sulla gondola si fa un fiorito che è un po tra il gotico e il rinascimentale. Queste foglie sono un po gotiche, però il movimento è un po Rinascimento.
Ormai a Cerea la produzione di mobili si è fermata e per Antonio lintarsio della gondola è diventato una delle ormai rare possibilità di applicare le proprie competenze: non cè più niente, perché le maestranza non si sono rinnovate, perché i figli degli artigiani hanno voluto andare a studiare, io non so se sia giusto o no, comunque è così: sono diventati architetti, ingegneri, avvocati. Io ce lho nel cuore questa cosa: è morta una zona in cui cera di tutto. Cerano quelli che lavoravano da cani, che non meritavano neanche, ma cerano veramente delle eccellenze. Avevamo degli artigiani che hanno addirittura restaurato la cantoria di San Rocco, tra i quali un mio amico che restaura anche nel museo di San Rocco.